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Corte Costituzionale: Ergastolo e giudizio di bilanciamento

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La Corte Costituzionale con la sentenza n. 94 del 2023 (link in calce), già anticipata con il comunicato stampa del 18/04/2023, che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 69 co. 4 c.p., nella parte in cui, relativamente ai delitti puniti con la pena edittale dell’ergastolo e al giudizio di bilanciamento, prevede il divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti sulla recidiva reiterata.

Secondo la sentenza della Consulta, che farà scuola unitamente alle altre che hanno già dichiarato illegittimo il divieto con numerose sentenze in riferimento a reati anche molto gravi, la pena edittale dell’ergastolo non può essere “fissa” e “indefettibile” per effetto del divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti sull’aggravante della recidiva reiterata.

La Corte, infatti, ha ribadito che non può esserci divieto di bilanciamento tra circostanze attenuanti e aggravanti e recidiva reiterata nelle ipotesi in cui la differenza tra la pena base e quella risultante dall’applicazione di un’attenuante sia molto elevata, in quanto la necessaria funzione di riequilibrio della pena, svolta dall’attenuante, è compromessa dal divieto di prevalenza.

E ciò deve valere anche nel caso in cui la pena edittale è quella fissa dell’ergastolo, ossia quando ricorre una circostanza attenuante e la pena dell’ergastolo è sostituita da quella della reclusione da venti a ventiquattro anni.

La conseguenza è che ci si pone, altresì, in contrasto con il principio di necessaria proporzionalità della sanzione, attraverso il quale il Giudice opera la gradazione della pena secondo la maggiore o minore offensività della condotta in relazione alle concrete circostanze del reato.

In definitiva, la Corte ha precisato che il Giudice, nel graduare la sanzione in caso di condanna per uno dei delitti puniti l’ergastolo aggravato dalla recidiva reiterata, può operare l’ordinario bilanciamento delle circostanze e, quindi, può ritenere che le attenuanti siano prevalenti sulla recidiva reiterata e conseguentemente non irrogare l’ergastolo, sempre che lo stesso non valuti, al contrario, la prevalenza della recidiva sulle circostanze le attenuanti.

Corte Costituzionale, Sentenza n. 94-2023

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